Dopo aver denunciato alla Corte penale internazionale il governo italiano per crimini contro l’umanità per l’adozione di politiche di lockdown, il giudice Angelo Giorgianni, in qualità di segretario generale dell’Organizzazione mondiale per la vita, ha presentato, sempre al medesimo organismo giudiziario sovranazionale, un nuovo esposto nei confronti dell’esecutivo italiano.
Il mantenimento del coprifuoco, la quarantena di persone asintomatiche, la chiusura parziale o totale di attività, le limitazioni alla libertà di movimento e di riunione dei cittadini, l’istituzione di passaporti sanitari e l’obbligo del vaccino per il personale del settore sanitario, si legge nella denuncia, “non hanno alcuna giustificazione razionale e fondamento giuridico e vìolano i diritti fondamentali della persona umana”.
Il ragionamento del giudice Giorgianni è che, attraverso un test fallace come quello PCR, si sia tenuta in piedi un’emergenza sanitaria in realtà di proporzioni minori, unicamente per promuovere il vaccino come unica soluzione ad essa, con il rischio poi che, a causa delle varianti, debbano essere fatti sempre nuovi e costanti richiami.
La stessa Organizzazione mondiale della sanità ha recentemente chiarito come non sia corretto far riferimento soltanto all’esito positivo del test PCR e che occorra, invece, fare anche un’analisi clinica del paziente. Il rischio, infatti, è che facendo affidamento ai meri risultati del test PCR, processato a un numero di cicli superiore a 30, si abbia un elevato numero di positivi asintomatici e numeri dei contagi inevitabilmente falsati.
A conferma di questo ragionamento, Giorgianni mette in risalto gli ostacoli che si sono posti all’adozione di protocolli di cura efficaci da adottare in una fase precoce della malattia, che molti medici in tutto il mondo hanno sperimentato con buoni risultati sul campo.
L’assenza di cure disponibili e approvate, infatti, costituisce un presupposto fondamentale per autorizzare in via d’urgenza l’immissione in commercio di vaccini che, in realtà, sono terapie farmacologiche tuttora in fase di sperimentazione.
Secondo Giorgianni imporre tali vaccini a determinate categorie di persone o prevedere dei passaporti che consentano lo svolgimento di attività o gli spostamenti solo a chi abbia certificato l’avvenuta vaccinazione o un tampone con risultato negativo costituiscono violazioni del codice di Norimberga e di libertà fondamentali dell’individuo che meritano un’azione penale da parte del procuratore della Corte penale internazionale.
Descrizione a cura di Byoblu
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