Il giudice Angelo Giorgianni, difeso dai magistrati sul libero diritto d'opinione
Diritto d’opinione, la Costituzione tutela Giorgianni ma il Governo Meloni avvia un nuovo procedimento disciplinare nei suoi confronti, per fatti ritenuti leciti dai Giudici, contitolari dell’iniziativa disciplinare
I Musicanti cambiano, ma la musica resta la stessa ed è il De Profundis della Democrazia. Incredibile ma vero, dopo lo stupro della Costituzione su diritti di libertà e di pensiero degli individui, esercitate dal precedente Governo nel periodo della pandemia, ci aspettavamo una netta presa di distanza dall’attuale Governo, quantomeno da quella parte che, come Fratelli di Italia, si dichiarava opposizione e come tale si è presentata agli elettori. Al momento non sembra che vi sia.
Esempio più evidente è la nuova azione disciplinare del Governo Meloni nei confronti di Angelo Giorgianni, quale giudice Tributario, che già per gli stessi fatti è stato sottoposto a procedimento disciplinare e sospeso dalle funzioni di giudice ordinario da parte del Governo Draghi.
In particolare, si censurava e si ritorna a censurare il comportamento di Giorgianni che, intervenendo il 9 ottobre 2021 sul palco della manifestazione di Piazza del Popolo a Roma ed esercitando il diritto d’opinione sancito dalla Costituzione per tutti i cittadini, ha espresso il proprio pensiero, analizzando i fatti e criticando le evidenti inadempienze, contraddizioni e soprattutto illegalità dei provvedimenti adottati dagli Esecutivi guidati da Giuseppe Conte e Mario Draghi, denunciati ai tribunali internazionali, per violazione dei diritti dell’uomo, che sono tutelati da Codici internazionali, come il Codice di Norimberga (ancora vigente).
E così, prima secondo il Presidente Draghi ed ora secondo il governo Meloni, il magistrato ha commesso un illecito, disonorando anche la toga tributaria per avere partecipato alla manifestazione predetta organizzata per chiedere l’abrogazione del green pass e per raccogliere anche le firme per una proposta di legge di iniziativa popolare per l’abrogazione delle norme sullo stato di emergenza e su tutte le misure emergenziali ed, in particolare, avere affermato, in considerazione della oceanica partecipazione popolare:
“In nome del popolo italiano il green pass è abrogato. Oggi il popolo sovrano ha dato il preavviso di sfratto a coloro che occupano abusivamente i palazzi del potere. Oggi il popolo sovrano reclama giustizia per i morti che hanno causato, per le privazioni, per i nostri figli e per la sofferenza. E noi per loro vogliamo un processo, una nuova Norimberga. E allora qua davanti a voi voglio dire, da magistrato: sono venuto a onorare il popolo sovrano, il popolo di Roma! E a coloro che dicono che la mia posizione è incompatibile con il popolo, dico: io tra voi e il popolo scelgo il popolo sovrano e lascio la toga, lascio la toga".
Il significato dell’intervento è una presa d’atto di una evidente volontà popolare per l’abrogazione del green pass, segnale inequivoco di una presa di distanza da coloro che hanno esercitato il potere contravvenendo a norme costituzionali e internazionali, denunciati dal dottor Angelo Giorgianni, per le violazioni previste dal Codice di Norimberga. E soprattutto è la riconferma della fedeltà al Popolo Sovrano per la difesa dei loro sacrosanti diritti.
Il diritto d’opinione è sancito, in modo inappellabile, dalla nostra Carta Costituzionale e proprio per questo due magistrati, contitolari con la Presidenza del Consiglio dell’esercizio dell’azione disciplinare, in occasioni diverse e con nettezza in punta di Diritto, hanno confermato (se ve ne fosse stato bisogno) e certificato che non vi siano i presupposti per un’azione disciplinare nei confronti del magistrato Angelo Giorgianni.
Allora viene da chiedersi, ma se gli esperti di Diritto non ravvisano elementi utili per procedere, ritenendo che Giorgianni ha esercitato un suo diritto costituzionale, perché la Presidenza del Consiglio attuale, disattendendo tale ultima decisione vuole perseguire ad ogni costo Giorgianni?
Ed allora si può ritenere ancora Democratico uno Stato ed un Governo in cui si censura e si vuole punire, considerandola illecita una dichiarazione di fedeltà al Popolo Sovrano ed alla Costituzione e una richiesta di giustizia per lo Stupro di quest’ultima?
E’ significativo che, in una fase politica asseritamente nuova, con molteplici forti aspettative di equilibrio, equità e rispetto delle regole da parte dell’opinione pubblica, sia possibile che la Costituzione diventi oggetto di spettacolo nazionalpopolare (come accaduto a Sanremo), con peana pseudocomici del tutto fuori luogo per il tema, comunque in netta contraddizione con quanto accaduto negli anni precedenti, quando proprio quella Costituzione (tanto osannata sul Palco dell’Ariston) sia stata completamente calpestata dagli stessi che ora la esaltano ipocritamente.
Con la nuova Inquilina di Palazzo Chigi la narrazione sarebbe cambiata – questo è quanto si andava dichiarando – riequilibrando le tante disfunzioni causate dai due precedenti Governi. Ma una volta arrivata nella “stanza dei bottoni”, la nuova premier non ha modificato la rotta e sta perseguendo le persone e i gruppi con i quali prima, dall’opposizione, ha combattuto fianco a fianco. L’incoerenza non è una grande dote.
A questo punto, un altro grave interrogativo è necessario: non è che al governo precedente vi sia stata un’opposizione fittizia da Fratelli d‘Italia, nella logica sostanziale di un “Partito Unico” funzionale al “Pensiero Unico”, a cui Giorgianni si è opposto e si oppone e quindi vi siano tratti di grande continuità tra il vecchio ed il nuovo Governo, poiché sono stati sempre in concreta sintonia?
Spartaco
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