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21/05/2021
Discorso del Mons. Carlo Maria Viganò : la vittoria di Dio è certissima
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"Vi incoraggio a non indietreggiare e a non disarmare in questa battaglia micidiale che siamo tutti chiamati a combattere in quest’ora funesta della Storia, come mai nel passato. «Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove» (Ef 6, 10-13). La breve riflessione che sto per offrirvi è in qualche maniera un’anticipazione in forma ridotta del mio intervento al Summit di Venezia che si terrà il prossimo 30 Maggio, organizzato dal Prof. Francesco Lamendola, che vedrà la partecipazione di alcuni di voi.

Quando Stalin decise nel 1932 di eliminare milioni di Ucraini in quel genocidio che fu l’Holodomor, egli pianificò una carestia sequestrando le derrate alimentari, vietando il commercio, proibendo gli spostamenti, censurando chi riportava i fatti.  Questo crimine contro l’umanità, riconosciuto recentemente da molti Stati del mondo, fu condotto con modalità non dissimili da quelle adottate con la cosiddetta “emergenza pandemica” per il Great Reset.

Un contadino ucraino si sarebbe potuto chiedere: «Perché Stalin non manda provviste, invece di vietare l’apertura dei negozi e ogni spostamento? Non si accorge che così ci fa morire tutti di fame?» Eppure un osservatore non influenzato dalla propaganda comunista gli avrebbe risposto: «Perché Stalin vuole eliminare tutti gli Ucraini, e dà la colpa a una carestia che ha provocato scientemente per questo scopo». Egli avrebbe commesso lo stesso errore di quanti oggi, in presenza di una presunta pandemia, si chiedono perché i Governi abbiano preventivamente affossato la sanità pubblica, depotenziato i piani pandemici nazionali, vietato le cure efficaci, somministrato terapie dannose se non addirittura mortali e stiano oggi costringendo i cittadini, sotto il ricatto di perpetuare lockdown, coprifuoco e green pass incostituzionali, a sottoporsi a vaccini che non solo non garantiscono alcuna immunità, ma anzi comportano gravi effetti collaterali a breve e a lungo termine, oltre a diffondere ulteriormente forme più resistenti di virus.

Cercare una logica in quello che ci viene detto dai media mainstream, dai governanti, dai virologi e dai cosiddetti “esperti” è praticamente impossibile, ma questa irragionevolezza d’incanto scompare e rientra nella più cinica razionalità se solo ribaltiamo il nostro punto di vista. Dobbiamo cioè rinunciare a pensare che i nostri governanti agiscano per il nostro bene e più in generale che i nostri interlocutori siano onesti, sinceri e animati da buoni principi.

Certo, è più facile pensare che la pandemia sia reale, che esista un virus mortale che falcia milioni di vittime e che governanti e medici vadano apprezzati per lo sforzo compiuto dinanzi ad un evento che li ha colti tutti impreparati; o che il “nemico invisibile” viene effettivamente sconfitto dal prodigioso vaccino che le case farmaceutiche, con spirito umanitario e nessun interesse economico, hanno prodotto in tempi brevissimi. E poi ci sono i parenti, gli amici e i colleghi che ci guardano come fossimo pazzi, ci danno dei “complottisti” o – come qualche intellettuale conservatore inizia a fare con me – ci accusano di esasperare i toni di un confronto che, se moderato, aiuterebbe a comprendere i termini della questione. Se poi i nostri amici frequentano la parrocchia, ci sentiremo replicare che anche Francesco ha raccomandato i vaccini, che il prof. Tal Dei Tali ha affermato essere moralmente accettabili anche se prodotti con feti abortivi, dal momento – ci ammonisce – che chi oggi critica il vaccino contro il Covid accetta quelli somministrati sinora, anche se pure quelli sono ottenuti con aborti.

La menzogna seduce molti, anche tra i conservatori e gli stessi tradizionalisti. Anche noi, certe volte, stentiamo a credere che gli operatori di iniquità siano così ben organizzati, che siano riusciti a manipolare l’informazione, a ricattare i politici, a corrompere i medici, a intimidire i commercianti, a costringere miliardi di persone a indossare una museruola inutile e a considerare il vaccino come l’unica possibilità di scampare da morte certa. Eppure basterebbe leggere le linee guida che l’OMS scriveva nel 2019 a proposito del “Covid-19” che era di là da venire, per comprendere che vi è un solo copione sotto un’unica regia, con attori che si attengono alla parte loro assegnata e una claque di pennivendoli che falsa spudoratamente la realtà.

Osserviamo dall’esterno l’intera operazione, cercando di identificare gli elementi ricorrenti: l’inconfessabilità del disegno criminale dell’élite; la necessità di ammantarlo di ideali accettabili; la creazione di una situazione di emergenza per la quale l’élite ha già pianificato la soluzione, altrimenti inaccettabile. Può essere un aumento dei fondi destinati alle armi o un inasprimento dei controlli subito dopo l’attacco alle Torri Gemelle, lo sfruttamento delle risorse energetiche dell’Iraq col pretesto che Saddam Hussein possiede l’arma chimica e batteriologica, o la trasformazione della società e del lavoro a seguito di una pandemia. Dietro c’è sempre una scusa, una causa apparente, qualcosa di falso che nasconde la realtà: una menzogna, insomma; una frode.

La menzogna è il marchio degli artefici dei Great Reset degli ultimi secoli: la Pseudoriforma protestante, la Rivoluzione Francese, il Risorgimento, la Rivoluzione Russa, i due conflitti mondiali, la Rivoluzione industriale, il Sessantotto e il crollo del Muro di Berlino. Ogni volta, se ci fate caso, il motivo apparente di queste rivoluzioni non corrispondeva mai a quello reale.

In questa lunga sequela di Great Reset organizzati dalla medesima élite di cospiratori, non è riuscita a sfuggire nemmeno la Chiesa Cattolica. Pensateci: cosa ci dicevano i liturgisti del Concilio, quando volevano imporci la Messa riformata? Che il popolo non capiva, che la liturgia doveva essere resa comprensibile, per consentire una maggior partecipazione dei fedeli. E in nome di quella prophasis, di quel falso pretesto, non hanno tradotto la Messa apostolica, ma ne hanno inventata un’altra, perché volevano cancellare il principale ostacolo dottrinale al dialogo ecumenico con i Protestanti, indottrinando i fedeli alla nuova ecclesiologia del Vaticano II.

Come tutte le frodi, quelle che vengono ordite dal demonio e dai suoi servi si basano su false promesse che non verranno mai mantenute, in cambio delle quali cediamo un bene certo che non ci sarà restituito. Nell’Eden la prospettiva di diventare come dèi ha condotto alla perdita dell’amicizia con Dio e alla dannazione eterna, cui solo il Sacrificio redentore di Nostro Signore ha potuto riparare. E Satana tentò anche Nostro Signore, come al solito mentendo: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo» (Lc 4, 6-7). Ma nulla di quello che Satana offriva a Nostro Signore era realmente suo, né poteva darlo a chi voleva, men che meno a Colui che è Signore e Padrone di tutto. La tentazione del diavolo si basa sull’inganno: cosa mai possiamo aspettarci da colui che è «omicida fin da principio» (Gv 8, 44), «menzognero e padre della menzogna» 

Con la pandemia, ci hanno raccontato via via che l’isolamento, i lockdown, le mascherine, il coprifuoco, le Messe in streaming, la didattica a distanza, lo smartworking, i recovery funds, i vaccini, i green pass ci avrebbero permesso di uscire dall’emergenza, e credendo a questa menzogna abbiamo rinunciato a diritti e stili di vita che costoro ci avvertono non torneranno più: «Nulla sarà più come prima». La “nuova normalità” rappresenterà comunque una concessione, per ottenere la quale accetteremo la privazione di libertà che davamo per scontate, e scenderemo a compromessi senza comprendere l’assurdità della nostra accondiscendenza e l’oscenità delle pretese di chi ci comanda, dandoci ordini talmente assurdi da richiedere veramente un’abdicazione totale della ragione e della dignità. Ad ogni passo, un nuovo giro di vite, un ulteriore passo verso l’abisso: se non ci fermiamo in questa corsa verso il suicidio collettivo non torneremo più indietro.

È nostro dovere svelare l’inganno di questo Great Reset, perché esso è riconducibile a tutti gli altri assalti che nel corso della Storia hanno cercato di vanificare l’opera della Redenzione e di instaurare la tirannide dell’Anticristo. Poiché è questo, in realtà, a cui tendono gli artefici del Great Reset. Il Nuovo Ordine Mondiale – in significativa assonanza con il Novus Ordo conciliare – ribalta il cosmo divino per diffondere il caos infernale, in cui tutto ciò che la civiltà ha faticosamente costruito nel corso dei millenni sotto l’ispirazione della Grazia sia capovolto e pervertito, corrotto e cancellato.

Occorre che ciascuno di noi comprenda che quanto accade non è frutto di una sfortunata sequenza di casualità, ma risponde a un piano diabolico – nel senso che dietro tutto questo c’è il Maligno – che nel corso dei secoli persegue un unico fine: distruggere l’opera della Creazione, vanificare la Redenzione e cancellare ogni traccia di Bene sulla terra. E per ottenere questo fine l’ultimo passo è l’instaurazione di una sinarchia in cui comandano pochi tiranni senza volto, assetati di potere, dediti al culto della morte e del peccato, all’odio della vita, della virtù e della bellezza perché in esse risplende la grandezza di quel Dio, contro il quale gridano ancor oggi il loro infernale «Non serviam». I membri di questa setta maledetta non sono soltanto Bill Gates, George Soros o Klaus Schwab, ma quanti tramano nell’ombra, da secoli, per abbattere il Regno di Cristo: i Rotschild, i Rockefeller, i Warburg e quanti oggi sono giunti ad allearsi con i vertici della Chiesa, usando l’autorità morale del Papa e dei Vescovi per convincere i fedeli a vaccinarsi.

Sappiamo che la menzogna è l’emblema del diavolo, il segno distintivo dei suoi servi, il marchio di riconoscimento dei nemici di Dio e della Chiesa. Dio è Verità, il Verbo di Dio è vero ed Egli stesso è Dio: dire la verità, gridarla dai tetti, svelare l’inganno e i suoi artefici è un’opera sacra e il Cattolico – come chiunque abbia conservato ancora un minimo di dignità e di onore – non può sottrarsi a questo dovere.

Ciascuno di noi è stato pensato, voluto e creato per dare gloria a Dio ed esser parte di un grande disegno della Provvidenza: sin dall’eternità il Signore ci ha chiamati a condividere con Lui l’opera della Redenzione, a cooperare alla salvezza delle anime e al trionfo del Bene. Ciascuno di noi ha oggi la possibilità di scegliere se schierarsi con Cristo o contro Cristo, se combattere per la buona causa o rendersi complice degli operatori di iniquità. La vittoria di Dio è certissima, come certo è il premio che attende coloro che compiono la scelta di campo al fianco del Re dei re; e certa la sconfitta di chi serve il Nemico, certa la sua dannazione eterna.

Questa farsa crollerà, crollerà inesorabilmente! Impegniamoci tutti, con rinnovato zelo, perché sia restituita al nostro Re quella corona che i Suoi nemici Gli hanno strappato. Vi esorto a far regnare Nostro Signore nelle vostre anime, nelle famiglie, nelle vostre comunità, nello Stato, nel lavoro, nella scuola, nelle leggi e nei tribunali, nelle arti, nell’informazione, in tutti gli ambiti della vita privata e pubblica.

Abbiamo appena celebrato le Apparizioni della Vergine Immacolata ai pastorelli di Fatima: ricordiamo il monito di Nostra Signora sui pericoli e le punizioni che attendono il mondo se non si convertirà e farà penitenza. «Questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno» (Mt 17, 21), dice il Signore. Nell’attesa che un Papa obbedisca pienamente alle richieste della Madre di Dio consacrando la Russia al Suo Cuore Immacolato, consacriamoLe noi stessi e le nostre famiglie, perseverando nella vita della Grazia sotto lo stendardo di Cristo Re. Regni con Lui anche la nostra Santissima Madre e Regina, Maria Santissima.

Carlo Maria Viganò, Arcivescovo





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