
Un recente studio pubblicato su F1000Research dimostra che Il carico di RNA di SARS-CoV-2 è diminuito dal 20% all'85% con il trattamento di piperallicina+tazobactam, ampicillina, cefixime, ceftriaxone, meropenem, gentamicina, ciprofloxacina e teicoplanina. Omv supporta lo studio e sta conducendo ricerche analoghe.
In uno studio pubblicato su F1000Research i ricercatori Mauro Petrillo, Carlo Brogna, Simone Cristoni, Maddalena Querci, Ornella Piazza e Guy Van den Eede hanno riportato prove scientifiche del coinvolgimento del microbiota umano nello sviluppo della malattia da COVID-19.
È stata osservata la presenza di RNA SARS-CoV-2 nei campioni fecali umani e l'attività di SARS-CoV-2 nelle feci di pazienti COVID-19.
Come affermano i ricercatori "partendo da queste osservazioni, è stato sviluppato un disegno sperimentale per coltivare microbiota fecale in vitro da individui infetti, per monitorare la presenza di SARS-CoV-2 e per raccogliere dati sulla relazione tra batteri fecali e virus".
Dallo studio si evince che "i risultati indicano che SARS-CoV-2 si replica in vitronel terreno di crescita batterica, che la replicazione virale segue la crescita batterica ed è influenzata dalla somministrazione di antibiotici specifici. I peptidi correlati alla SARS-CoV-2 sono stati rilevati e caratterizzati in colture batteriche di 30 giorni. Pertranto le nostre osservazioni sono compatibili con un comportamento "simile a un batteriofago" di SARS-CoV-2, che, a nostra conoscenza, non è stato osservato o descritto prima. Questi risultati sono inaspettati e suggeriscono una nuova ipotesi sulla biologia del SARS-CoV-2 e sull'epidemiologia del COVID-19. La scoperta di possibili nuove modalità d'azione di SARS-CoV-2 ha implicazioni di vasta portata per la prevenzione e il trattamento della malattia".
Nel paragrafo relativo agli effetti della somministrazione di antibiotici si desume che "Il carico di RNA di SARS-CoV-2 è diminuito dal 20% all'85% nelle aliquote trattate con piperallicina + tazobactam, ampicillina, cefixime, ceftriaxone, meropenem, gentamicina, ciprofloxacina e teicoplanina. Ad esempio, la cefixima ha indotto una diminuzione della carica di RNA virale dell'85%, la ciprofloxacina del 61% e la teicoplanina del 56%".
I risultati appaiono quindi molto promettenti e gli stessi ricercatori pongono alcuni interrogativi utili a tutti "Questo comportamento simile a un batteriofago di SARS-CoV-2 può spiegare la presenza a lungo termine di SARS-CoV-2 osservata in alcuni pazienti guariti? Gli antibiotici e/o le terapie a base di batteriofagi possono svolgere un ruolo nel trattamento dei pazienti affetti da COVID-19? In che modo la somministrazione di antibiotici ai pazienti, influenzando la popolazione del microbiota, influenzerebbe il decorso clinico della malattia? Il coinvolgimento dei batteri nell'epidemiologia del COVID-19 può aiutare a spiegare le osservazioni cliniche, come l'elevata proteina C-reattiva sierica, la procalcitonina, il D-dimero e la ferritina associati a scarsi risultati in COVID-19?"
Giova precisare che OMV supporta la ricerca della verità ed anche in questo caso apprezza e sostiene lo studio dei ricercatori Mauro Petrillo, Carlo Brogna, Simone Cristoni, Maddalena Querci, Ornella Piazza e Guy Van den Eede; i ricercatori di OMV stanno altresì portando avanti studi analoghi per la prevenzione ed il trattamento del SARS-CoV-2 e dell'epidemiologia di COVID-19.
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